
Autore scheda:
Ubicazione:
Data:
Dietro la spinta della Confraternita di Sant’Antonio Abate, nacque nella nuova piazza del Borgo “de fori” la chiesa omonima, con la posa della prima pietra benedetta fatta dal cardinale Giovan Francesco Gambara pil 15 dicembre del 1575, come attesta la lapide posta sulla parete esterna destra della chiesa.
Info: Associazione Amici di Bagnaia “Arte e Storia ” Tel. 3384613485
CHIESA DI SANT’ANTONIO
LA STORIA
Nel 1573, la Confraternita di Sant’Antonio Abate fece richiesta al Comune di un area nella nuova piazza del Borgo “de fori” per erigere il proprio oratorio. Il card. Giovan Francesco Gambara pose la prima pietra benedetta il 15 dicembre del 1575, come attesta la lapide posta sulla parete esterna destra della chiesa. La chiesa era stata creata con l’oratorio annesso e stanze superiori destinate al ricevimento dei poveri. Nel 1619 la facciata, scrive Arcangelo Carones canonico di Bagnaia del XVIII secolo, venne disegnata dal Vignola, ma non si hanno prove documentarie di questo intervento. Interventi di restauro si ebbero nel 1755 ad opera del card. Federico Lante che fece “riformare gli altari e abbellire con stucchi e general simmetria”. Da allora la chiesa assunse l’aspetto che tuttora si presenta ai nostri occhi.
LA FACCIATA
La chiesa di Sant’Antonio di Bagnaia (VT) si affaccia sul lato sud di Piazza XX Settembre. La facciata rivestita in pianelle di cotto si sviluppa su due ordini sovrapposti separati da una mensola marcapiano. Quattro lesene in peperino di ordine tuscanico inquadrano entrambi gli ordini architettonici. Il portale in peperino mostra nella struttura trilitica una ricca modanatura. Sopra il portale un timpano monco decorato con sime è poggiato su finte mensole. Nel secondo ordine, inquadrata al centro della facciata una grande finestra rettangolare poggiante sulla lunetta che parte in corrispondenza della mensola marcapiano.
INTERNO
Ad unica navata con soffitto a volta decorata con dei motivi a stella. Una mensola in stucco corre lungo tutto il perimetro della chiesa delimitando l’attacco della volta sulle pareti. Le pareti ospitano disposte simmetricamente 2 cappelle per lato. Nel I° altare a sx, troviamo una tela dell’artista romano G. Sortini dipinta nel 1784 con San Nicola di Bari che resuscita tre bambini e libera una giovane dalla schiavitù. Alla base della tela, un ovale ligneo dipinto ad olio con l’immagine di San Nicola di autore ignoto. Il II° altare a sx è consacrato al SS. Salvatore e conserva la tela a lui dedicata. La tela del XVI sec. di autore ignoto venne trasferita nel 1775 in occasione dei restauri promossi dal cardinal Lante della Rovere dalla chiesa della Madonna del Rosario alla chiesa di Sant’Antonio.
Alla base della tela un ovale ligneo dipinto ad olio con l’immagine di Santa Lucia opera dell’artista R. Sanna del 1996. Ogni anno, il 13 dicembre, per la festa della Santa, l’altare viene riccamente addobbato. Sulla parete di fondo si apre il grande arco trionfale decorato con un arco dipinto a finto marmo interrotto al centro e agli estremi da tre tondi. All’interno del tondo centrale la colomba dello spirito santo; a sinistra la lettera A (alpha), a destra la lettera ω (omega). Riferimento diretto al valore uno e trino della Trinità spirituale.
Dietro all’altare maggiore una statua lignea di Sant’Antonio Abate benedicente. L’opera della fine del XVI secolo, testimoniata in situ già nella visita pastorale del Cardinal Muti nel 1616, secondo la tradizione orale venne realizzata da un tronco di pero rubato, dal celebre scultore bagnaiolo “Barbalena o Barlena” che tuttavia per le fonti scritte resta ignoto.
Nelle pareti laterali della zona absidale, simmetricamente disposte ai lati dell’altare, due pitture del viterbese Pietro Papini della fine del 1700 riproducenti a sinistra San Rocco e a destra San Vito. Nella volta dell’abside è raffigurata la SS. Trinità. Nella parete di fondo dell’aula si aprono simmetriche due porte che danno accesso alla sacrestia. Sopra queste, due tondi di autore ignoto con dipinti i volti di Santa Caterina da Siena a sinistra e di San Filippo Neri a destra databili al XVIII secolo. Nel II° altare a destra troviamo una tela di Baldassarre Croce del 1588 come testimoniato dal cartiglio dipinto in basso a destra. La Madonna assisa sostiene il Bambino mentre S. Giuseppe sorride al Bambino e con le mani si appoggia ad un bastone. Davanti a Lui San Giovannino con in mano una crocetta con una fascia su cui è scritto “Ecce Agnus Dei” . La Madonna ha tra le dita il cordoncino dello scapolare del Carmelo. Posta sull’altare ai piedi della grande tela, troviamo una tavola dipinta ad olio di autore ignoto con l’immagine di San Domenico. Nel I° altare a destra una tela di T. Giusti, architetto viterbese del primo 1800, riproducente San Francesco di Paola. Posta sull’altare ai piedi della grande tela, troviamo una tavola ovale dipinta ad olio di autore ignoto con l’immagine dell’Arcangelo Michele. Sulla parete dx, accanto all’uscita, è posta una lapide marmorea datata 1595, a ricordo della fusione della Confraternita di Sant’Antonio con quella di San Rocco voluta dal vescovo di Viterbo, Mons. Gerolamo Matteucci, per far terminare le continue molestie reciproche delle due Compagnie.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV. Bagnaia di Fuori: La chiesa di Sant’Antonio. Opuscolo a cura dell’Associazione amicidi Bagnaia Arte e storia. Viterbo, 2002.
A. BATTELLOCCHI; Il palazzo della loggia di Bagnaia. Tesi di Laurea dell’università degli studi della Tuscia, Viterbo A.A. 2002/2003.
S. ALBANESE; Tecnica e restauri dei dipinti dell’oratorio del Gonfalone. Tesi di Laurea dell’università degli studi della Tuscia, Viterbo A:A. 2002/2003.
F. BUSSI; Istoria della città di Viterbo, Roma 1742.
A. CARONES; Memorie Istoriche della terra di Bagnaia. Raccolte dal sacerdote Arcangelo Carones. manoscritto pubblicato a cura dell’Associazione Amici di Bagnaia Arte e Storia. Viterbo 1983.
A. CAROSI; Le epigrafi medievali di Viterbo, Viterbo 1986.
L. DELLA ROCCA, Gli Affreschi della chiesa di S. Stefano a Bagnaia e la società delle disciplinatrici nel tardo medioevo. Viterbo, 2002.
O. EGIDI; Castel di Salce, in DE MINICIS (a cura di), Insediamenti rupestri medievali della Tuscia, Roma 2003, p. 102.
I. FALDI; Pittori Viterbesi di cinque secoli. Roma, 1970.
G. FERRO; Le mura medievali di Vitorchiano, in GUIDONI E., DE MINICIS, E., (a cura di), Le mura medievali del Lazio. Studi sull’area viterbese, Roma 1993, pp. 61-75.
F. FOPPOLI; Le mura medievali di Barbarano Romano, in GUIDONI, E., DE MINICIS, E., (a cura di).
Le mura medievali del Lazio. Studi sull’area viterbese, Roma 1993, pp. 76-85.
F. FOPPOLI; VISINO S., Case con portico di Barbarano Romano, in GUIDONI E., DE MINICIS E. (a cura di) Case e torri medievali I, Roma 1996, pp. 179-185.
V. FRITTELLI; Bagnaia. “Cronache d’una terra del Patrimonio”, Viterbo 1977.
I. GIORGI, U. BALZANI (a cura di), Il regesto di Farfa di Gregorio di Catino, Roma 1879-1914.
A. LANCONELLI; Dal castrum alla civitas: il territorio viterbese tra VIII e XI secolo, in “Società e storia”, 56 (1992), pp. 245-266.
J. LE GOFF; L’immaginario medievale, Bari 1998.
M. MARTORELLA; Liber Statutorum Balnearie 1565. A cura di. Viterbo 2012.
C. PINZI; Gli ospizi medievali e l’Ospedal Grande di Viterbo, Viterbo 1983.
C. PINZI; Storia della città di Viterbo, Roma 1913.
C. PINZI; Il castello e la villa di Bagnaia, Viterbo 1908.
C. PINZI; Storia della città di Viterbo, Roma 1913,
G. SERONE. Le mura medievali di Bagnaia. Analisi diacronica di un manufatto architettonico, in Il Tesoro delle città Strenna dell’Associazione storia delle città. 2007. PP. .473 – 491.
G. SIGNORELLI; Viterbo nella storia della Chiesa, Viterbo 1907.
C. SCIVOLA, L’amministrazione del patrimonio della Confraternita del Gonfalone di Bagnaia; Tesi di Laurea dell’università degli studi della Tuscia, Viterbo A.A. 2003/2004.
C. SCIVOLA, La confraternita del Gonfalone di Bagnaia; Tesi di Laurea dell’università degli studi della Tuscia, Viterbo A:A. 2002/2003.
Fonti
I. CIAMPI, Cronache e statuti della città di Viterbo, Firenze 1872, pp. 417-418;
A. ROSSI, Spogli vaticani, in Giornale di erudizione artistica, VI (1877), pp. 204 s.;
C. PINZI, Memorie e documenti inediti sulla Basilica di S. Maria della Quercia a Viterbo, in Arch. stor. dell’arte, III (1890), pp. 300-305 con App. di documenti; Id., Gli Ospizi medioevali e l’Ospedale Grande di Viterbo, Viterbo 1893, p. 134 e documenti XXII, XXIII in App.
G. SIGNORELLI, Viterbo nella storia della Chiesa, Viterbo 1938, II, I, pp. 224 s., 237, 265, 273; 2, p. 395.