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Le fonti attestano la chiesa della Madonna del Rosario, già di Santa Maria, presente nel borgo dal 1182. L’attuale aspetto lo dobbiamo all’intervento al Cardinal Federico Lante della Rovere, che nel 1755 la fece restaurare.
Info: Associazione Amici di Bagnaia “Arte e Storia” Tel 3384613485
CHIESA DI SANTA MARIA O DELLA MADONNA DEL ROSARIO
LA STORIA
Le fonti attestano la chiesa della Madonna del Rosario, già di Santa Maria, presente nel borgo dal 1182. Prima della metà del XIV secolo risulta gestita dalla confraternita dei Disciplinati, che continuerà ad essere presente presso l’edificio per i secoli successivi fino al 1611. Nel 1541 la chiesa venne completamente rimaneggiata per volontà del Cardinal Niccolò Ridolfi al fine di costruire la nuova porta d’accesso al Borgo. Nel 1548 erano stati persi i locali della canonica. Per quell’occasione la Compagnia di S. Giovanni, fece incidere nell’architrave della porta il motto: JOANNES ERAT NOMEN EIUS di cui affiora ancora qualche capitale superstite. Nel 1553 iniziarono dei lavori di riassetto che continuarono nella seconda meta del XVI secolo. Nel 1555 venne murata la vecchia porta della chiesa e costruita quella nuova con rampe di scale per facilitarne l’accesso. Alcuni anni dopo i locali della sagrestia vennero ampliati sul fondo della torre comunale.
Il continuo ampliamento del Palazzo attiguo aveva soffocato la chiesa, il cui aspetto esterno era ormai divenuto quello che conosciamo oggi. Nel 1587 la confraternita di San Giovanni Battista, ora con il nuovo nome del Gonfalone, si trasferì nella nuova chiesa che aveva fatto costruire fuori le mura, lasciando in abbandono la chiesa di Santa Maria. Nel 1656, la chiesa venne però salvata dalla confraternita del Rosario che la trasformò in proprio oratorio, assegnandole la nuova intitolazione alla Madonna del Rosario. Nel 1755 il Cardinal Federico Lante della Rovere la fece restaurare. Purtroppo nella prima metà del XIX secolo le condizioni di degrado si presentavano di nuovo a gravare sull’aspetto dell’edificio. Nel 1855 un’altra ristrutturazione dell’interno grazie al piano di esecuzione dei lavori dell’architetto Crispino Bonagente. Nel 1866, la chiesa venne definitivamente trasformata e resa come ora la vediamo, così come nel 1877 la scalinata in facciata realizzata da Rocco De Angelis. Da allora la chiesa ha conservato integro il suo aspetto unitario sotto l’egida della compagnia del Rosario che la tiene ancora in custodia.
ESTERNO
La chiesa della Madonna del Rosario di Bagnaia è situata dentro le mura del borgo sul lato sud in Piazza Castello. La facciata si presenta inglobata tra la porta di borgo e gli edifici del contiguo palazzo. Quello che un tempo era la parete esterna dello sviluppo longitudinale della chiesa si è trasformata in facciata. Per accedere al portale d’entrata della chiesa una rampa di scale in peperino munita di parapetto si poggia all’estremità destra della parete. Un semplice portale con una mensola priva di decorazioni è sormontato da una lunetta. A sinistra della lunetta una finestra ad arco. In alto a sinistra, isolato dall’architettura del portale, un piccolo stemma del Comune di Bagnaia.
INTERNO
La pianta della chiesa è a croce commissa. Le pareti sono pilastrate e decorate con trabeazioni doriche. Tre pilastri per lato separano le navate laterali da quella centrale. Tre altari sopravvivono: Il maggiore sulla testa della pianta e gli altri due simmetricamente disposti a destra e a sinistra. La cupola centrale è priva di decorazioni.
Appena varcato il portale sulla parete sx troviamo un affresco con La Madonna con Bambino tra San Pietro e San Paolo, di autore ignoto databile fine XV sec. Proseguendo sulla parete sinistra troviamo il primo altare dedicato a San Filippo Neri, su cui è collocata una tela con San Filippo Neri in adorazione alla Madonna con Bambino e Angeli. L’opera del XVIII sec. è attribuibile al pittore Anton Angelo Falaschi. Poggiata sull’altare una moderna statua in gesso della Madonna Assunta in cielo allestita con un baldacchino del XVII secolo. Un gradino ci fa accedere al presbiterio dove troviamo l’altare maggiore riccamente decorato con marmi policromi. Sopra l’altare maggiore (intitolato alla Madonna del Rosario) la tela della Madonna del Rosario di Calisto Calisti. La Vergine con il Bambino è rappresentata tra San Domenico, Santa Caterina da Siena, San Pio, re e regine in atto di adorazione. In basso a sinistra l’autoritratto del Calisti.
Il quadro è del 1656 come recita il cartiglio in basso a destra. L’abside è decorata con pitture a finto marmo. Ai lati dell’arco trionfale delle statue in gesso dipinte su mensole rispettivamente a dx Sant’Antonio da Padova e a sx Sant’Agnese. La parete dx ospita l’altare dedicato a Santa Elisabetta, su cui è collocata una tela di autore ignoto con Santa Elisabetta vestita con gli abiti francescani e sette angeli. La tela ascrivibile al XVIII sec. può essere ricondotta ai modi del pittore Anton Angelo Falaschi. Prima dell’altare dedicato a Santa Elisabetta troviamo un’edicola in finto marmo policromo che ospita la tela del SS. Sacramento, riproduzione di analogo soggetto in Santa Maria a Viterbo. La parete dx ospita prima della tela del SS. Sacramento una nicchia con una statua della Madonna Addolorata del XVIII sec. Incastrato all’interno dello spazio esistente tra la cantoria e il primo pilastro di destra è collocata una fonte battesimale realizzato dallo scalpellino Paparelli. Il lato ad ovest della chiesa è caratterizzato dalla cantoria che presenta tre finestre quadrate sopra cui è l’emblema del Cardinale Marcello Lante della Rovere che sovvenzionò i lavori di restauro nel 1755. Sotto la finestra centrale un epigrafe a ricordo dei lavori fatti eseguire dal Cardinal De Gambara del 1556. Sotto la cantoria, tra le mensole, degli affreschi riferibili alla fine del XV sec., inizi del XVI. In successione da dx a sx: Sant’Antonio, San Giovanni, e un Santo non identificabile.
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