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CHIESA DI SANTO STEFANO
LA STORIA
La Chiesa di Santo Stefano, è attestata dalle fonti sin dal 1355, come sede delle Disciplinatrici, sezione femminile della Compagnia dei Disciplinati di Bagnaia. Le fonti informano riguardo l’uso e la frequentazione della confraternita (donazioni, lasciti e compravendite), di una continuità per tutto il XV e il XVI secolo. Con l’apertura nel 1541 della nuova porta d’entrata al Borgo e la conseguente chiusura di quella fino ad allora utilizzata posta presumibilmente accanto alla Chiesa di Santo Stefano, si creò uno spostamento della vita cittadina nella parte sud del Borgo,. La chiesa iniziò a perdere l’importanza assunta fino ad allora. Tra il 1562 e il 1593 la chiesa risultava ancora citata negli inventari – Instrumenti e Sindacati della Compagnia Confraternale. Ma a partire dal XVII secolo le fonti scritte divengono pressoché inesistenti. Gli ultimi riferimenti documentati riguardo l’uso della chiesa da parte del sodalizio disciplinato li troviamo nel 1732.
Ma alla data del 1755, con la visita pastorale del cardinal Oddi, apprendiamo che la destinazione della chiesa era passata ad uso cimiteriale. Tra il 1861 e il 1866 l’edificio venne venduto definitamente a privati. In epoca recente i locali della chiesa si trasformarono in magazzino, legnaia e stalla. Dopo la seconda metà del XIX secolo l’ambiente dell’oratorio rimase probabilmente a destinazione di rimessa o ricovero attrezzi cosi come venne trovato nel 1969. Solamente in questa data, viste le precarie condizioni in cui versavano gli affreschi che ornavano la vecchia chiesa, si decise un’intervento di recupero per evitare una sicura distruzione delle opere.
Infatti la Cassa di Risparmio di Viterbo, di concerto con la Soprintendenza dei Beni Culturali, sovvenzionò lo stacco degli affreschi. Le opere originali, si trovano depositate presso gli uffici della Cassa di Risparmio di Viterbo. Ora la chiesa non è più consacrata al culto è utilizzata come magazzino per riporre i vestiti e gli arredi per la processione del Venerdì Santo.
ESTERNO
La chiesa di Santo Stefano di Bagnaia si trova in via Malatesta n°80/a. La facciata dell’antica chiesetta, leggermente ribassata rispetto alla sede stradale, conserva ancora integre le sue linee essenziali con un semplice portale in peperino sormontato da una lunetta in pianelle di cotto. Sulla destra del portale una piccola finestra quadrata. Sulla sinistra una piccola porta ottenuta da quella che probabilmente era all’origine la porticina d’accesso alla canonica. Sopra la lunetta l’edificio si sviluppa per altri due piani dove rispettivamente troviamo una finestra decorata con un’altra struttura trilitica con mensola decorata e al secondo ed ultimo livello una porta finestra di più recente fattura.
INTERNO
L’interno si presenta ad unica navata con una piccola abside nel lato sud. Tutte le pareti sono ad oggi prive di decorazioni asportate con lo strappo effettuato nel 1969. In fondo all’ aula sulla sinistra, si apre una porta che da accesso ad un piccolo vano da riferire originalmente al campanile. L’intervento di restauro eseguiti dal professor G. Pittà nel 1969, restituisce una collocazione ben definita agli affreschi che ornavano la chiesa. Nell’abside il catino era decorato con una Madonna con Bambino tra Santo Stefano e San Giovanni. La lunetta aveva all’interno di un festone di fiori stilizzati la colomba della pace con ai lati le capitali S. S. in riferimento a Santo Stefano. Ai lati nell’arco trionfale, rispettivamente a destra e a sinistra San Paolo e San Pietro. La decorazione terminava in alto con L’Angelo Annunciante a destra e la Madonna Annunciata a sinistra. In basso correva per tutta la larghezza della parete una finta architettura di marmi con una scritta di esplicita devozione mariana: SALVE REGINA.
Una decorazione con giri di foglie, volti e un cane era presente nella strombatura dell’oculo absidale. Fine XV inizi XVI secolo. La parete a nord ospitava gli affreschi con una Madonna assisa con Bambino datata 1507, l’Arcangelo Michele con la psicostasia, le Prove di Giobbe; Santa lucia?; Santo Stefano e una Sacra Famiglia. Tutti ascrivibili tra la metà del XV secolo e l’inizi del XVI secolo. Il lato ovest in ultimo ospitava una Madonna e Santa del XIV secolo; una Sacra Famiglia di fine XIV inizi XV secolo, e una Crocifissione del XIV secolo. Secondo recenti studi i brani del ciclo di S. Stefano presentano alcune evidenze stilistiche e iconografiche che ci portano a considerare una progettazione unitaria anche se eseguita da più maestranze non attribuibili allo stesso arco temporale. L’evidenza artistica potrebbe far delineare tre momenti successivi per le opere di S. Stefano: il primo è riferibile al 1° periodo di sviluppo della chiesa da ascrivere tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400. Il 2° nel trentennio compreso tra gli anni 70 e la fine del XV secolo e il 3° sviluppatosi a cavallo dei due secoli, probabilmente terminato in concomitanza alla data di esecuzione dell’affresco della Madonna con Bambino e Angeli della parete nord del 1507. Le opere sono da allineare comunque ai diversi artisti che operarono nel tempo sul territorio; a partire dal Balletta, Il Fantastico, e a delle figure vicine agli antoniazzeschi, oltre che al Fantastico e ad Angelo da Vignanello.
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