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Attestata già ai primi del ‘500 con il nome di San Sebastiano, la chiesa acquisì negli anni 70 del XVIII sec. l’intitolazione a San Carlo. Nel 1775 con la nomina a pontefice di Giovannangelo Braschi (Cardinale protettore designato per questa chiesetta), la chiesa ebbe un nuovo periodo di splendore, assumendo l’aspetto di come la vediamo ora.
Info: Associazione Amici di Bagnaia “Arte e Storia ” Tel. 3384613485
CHIESA DI SAN CARLO
LA STORIA
Attestata già ai primi del ‘500 con il nome di San Sebastiano, la piccola chiesa subì fin dagli inizi vicissitudini altalenanti che la videro sempre in uno stato precario e d’abbandono. Solo grazie all’intervento privato di Mastro Domenico Guglielmini “per carità et elemosina”, agli inizi del XVII sec. assunse una nuova dignità. Nel 1618, con il permesso del Vicario Generale e la cessione delle ragioni da parte del Comune, venne assegnata la chiesa di San Sebastiano alla confraternita di Sant’Ambrogio e San Carlo. Con il nuovo impulso dato dalla confraternita la chiesa trovò finalmente un periodo di stabilità, acquisendo dagli anni 70 del XVIII sec. l’intitolazione a San Carlo.
Le testimonianze documentarie riguardanti l’edificio tra il XVII e il XVIII secolo non sono abbondanti, solo alcuni lasciti e donazioni da parte di soci del sodalizio. Nel 1775 con la nomina a pontefice di Giovannangelo Braschi (Cardinale protettore designato per questa chiesetta), la chiesa ebbe un nuovo periodo di splendore. Vennero ristrutturati gli interni. Il piccolo chiostro venne trasformato in giardino. L’immagine di San Carlo (ora non più esistente) venne collocata sull’altare maggiore. Su quelli minori vennero poste le immagini di S. Pietro e di S. Luigi Gonzaga. Nel 1991 la chiesa ha subito una completa ristrutturazione. L’intervento di restauro ha permesso di restituire il giusto decoro alla chiesa ancora gestita dalla confraternita di San Carlo.
LA FACCIATA
La chiesa di San Carlo di Bagnaia (VT) è situata in Piazza Pertetti. sulla sinistra dell’accesso originario della contigua e famosa Villa Lante. La facciata è a capanna semplice con un portale realizzato con struttura trilitica priva di decorazioni. Un piccolo campanile a vela posto nella parte finale del tetto ospita una campana realizzata nel 1829. Sulla sinistra della chiesa si apre un piccolo giardino che il 14 luglio 1740 si decide di recintare per poter coltivare fiori ad uso della chiesa.
INTERNO
Si presenta ad unica navata con soffitto a capriate. La pavimentazione è in pianelle di cotto. Appena entrati nella parete di controfacciata una targa in marmo datata 1938 a ricordo del decreto con cui è riconosciuta da parte di Mussolini e Vittorio Emanuele III la potestà della Confraternita sulla chiesa.
La parete sinistra ospita un confessionale ligneo, e subito dopo è collocato un altare dedicato a San Sebastiano con una tela rappresentante il Santo dipinta da Padre Ortensio Gionfra nel 1991. L’altare e i piedistalli in peperino sono opere recenti, databili al 1989, realizzati appositamente in occasione dei lavori di ripristino della chiesa. Sopra l’altare una vetrata illuminata di piccole dimensioni raffigurante il Crocefisso di F. Crollalanza del 1979 ed ancora più in alto tela con dipinto di S. Pietro del XVIII° secolo. Poco oltre l’altare, troviamo affissa alla parete la targa in marmo a ricordo della concessione fatta da Pio VI il 23 febbraio 1775 alla società di San Carlo, come opera di pietà al fine di “liberare una volta all’anno un reo di Bagnaia o di Viterbo, sempre che non abbia commesso furto o omicidio, e che la sua pena non sia superiore ai dieci anni”. Scritto in lettere capitali: “PRIVILEGIO QUOTAMNNIS ABSOLVENDI TRIREMIBUS EX CERTI CRIMINIBUS USQUE AD DECENNIUM REUM”.
A ridosso dell’abside una piccola statua in gesso dipinto di San Luigi Gonzaga. Ai lati dell’abside si aprono due porte che immettono rispettivamente a destra al piccolo ambiente per il tiro delle corde della campana e a sinistra alla sagrestia. Sulla parete destra nei pressi dell’abside una lapide in marmo che ricorda l’anno di costituzione della confraternita. Poco prima, un altare dedicato a San Carlo Borromeo con una tela del Santo dipinta da Padre Ortensio Gionfra nel 1991. Appena entrati a destra è affisso in parete lo stendardo processionale fatto da Pietro Lante del 1902. Sullo stendardo è rappresentato il Card. Borromeo che ammonisce il Card. De Gambara per avere sperperato i denari invece di pensare ai poveri.
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