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Il Palazzo Gallo venne edificato intorno al 1520 dalla famiglia romana omonima, di cui Giuliano Gallo, canonico della Chiesa di S. Lorenzo in Damaso era l’esponente di spicco in quanto amministratore dei beni in Bagnaia per conto di Raffaele Riario, cardinale di S. Giorgio e signore di Bagnaia dal 1498.
Info: Associazione Amici di Bagnaia “Arte e Storia ” Tel. 3384613485
PALAZZO GALLO
LA STORIA
Il Palazzo Gallo venne edificato intorno al 1520 dalla famiglia romana omonima, di cui Giuliano Gallo, canonico della Chiesa di S. Lorenzo in Damaso era l’esponente di spicco in quanto amministratore dei beni in Bagnaia per conto di Raffaele Riario, cardinale di S. Giorgio e signore di Bagnaia dal 1498 e dei suoi successori.
Passato in eredità al rev. Sulpizio Gallo figlio di Paolo, il palazzo per la scarsa manutenzione iniziò ad andare in rovina, e il proprietario, anche per liberarsi dall’obbligo della conservazione delle mura comunali – obbligo assunto dal 1540 -, cedette al Comune parte del palazzo il 3 ottobre 1571. Il 21 marzo 1576, anche la parte restante del palazzo venne venduta al Comune al prezzo di 1500 scudi. Divenuto così sede comunale di Bagnaia, purtroppo dagli antichi splendori della vita del XVI secolo il palazzo non passò più grandi momenti. Nel XVII sec. Il Comune lasciò gran parte dei locali per trasferire la sede presso l’attuale palazzo delle logge. Dopo essere stato utilizzato in tempi recenti come sede di circoscrizione per il Comune di Viterbo, oggi è in uso all’associazione Amici di Bagnaia Arte e Storia. Momentaneamente è stata allestita una mostra permanente con pannelli riproducenti gli affreschi della Loggia del Palazzo Ducale. In particolare sono analizzate le vedute urbane riproducenti le città di: Napoli, Siena, Roma, Firenze e una città fortificata. Inoltre sono in esposizione le riproduzioni in scala ½ degli affreschi della chiesetta di Santo Stefano.
ESTERNO
Il palazzo Gallo è situato sul lato nord del borgo in via Malatesta. La struttura del palazzo si estrinseca con linee essenziali: l’aggetto dei due avancorpi, la rientranza della facciata nobilitata dallo slancio delle due colonne ioniche e delle quattro lesene che sostanziano una deliziosa loggia architravata dal soffitto ligneo lacunare.
La parte di fondo della loggia evidenzia tracce rossastre di una antica decorazione, mentre sulla porta un affresco raffigurante la glorificazione del cardinale Antonio Barberini, signore di Bagnaia dal 1632 al 1645. Al sommo dell’affresco una scritta “HORTA EST DIEBUS EIUS IUSTITIA ET ABUNDANTIA” (al tempo suo giustizia e abbondanza), ai lati due giovani donne simboleggiano i due beni: l’una con la bilancia – la giustizia – e l’altra con la cornucopia – l’ abbondanza. Tra loro, in alto, lo scudo con le tre api simbolo dei Barberini. Ai lati due stemmi araldici a sinistra la Famiglia Cornaro e a destra la Famiglia Farnese.
Il portico è sovrastato da un grande stemma in peperino raffigurante il simbolo araldico dei Riario, ai quali i Gallo furono sempre riconoscenti, con agli angoli teste di gallo e sulla parte alta due galli contrapposti.
INTERNO
Il Palazzo all’origine era un complesso di oltre venti ambienti tra sale, saloni, stanze, granai, dispense, tinelli, stalle, torculario (frantoio), colombaia e la piazza antistante la loggia. Di tutti questi ambienti sono rimasti a far parte della struttura solo due grandi saloni e due sale minori. Tutti gli altri ambienti sono stati fagocitati dai frazionamenti edilizi avuti nel tempo. All’interno nella grande sala un immenso camino cinquecentesco con lo stemma di Bagnaia sulla cappa. Le pareti di questo salone sono completamente prive di affreschi. Nella stanza attigua sul lato corto a nord la sofferente immagine del Cristo Crocifisso dipinta in parete. La Crocifissione databile al XVI secolo di autore ignoto, presenta un striscia scura su tutta l’opera che taglia verticalmente a sinistra del Cristo. Sono i segni lasciati dall’edilizia selvaggia che negli anni cinquanta del secolo passato non si prendevano cura del rispetto delle opere d’arte. In basso a sinistra un saggio di restauro operato dai ragazzi della scuola del professor Moro nel 2002. Nella Parete di fronte l’immagine della Madonna Assunta tra Angeli e i Santi Sebastiano e Millerio, protettori di Bagnaia. La Vergine è rappresentata in piedi a calpestare emblematicamente una semiluna falciata. Sotto l’immagine della Madonna un cartiglio con la scritta HINC . ….. NOSTRA SALUS .
Lungo tutte le pareti corre un fregio decorato con festoni di frutta, fiori, liocorni, angioletti e centauri. Quest’ultimi incorniciano scudi cardinalizi tra i quali sono riconoscibili quelli di Ridolfi nella parete nord, quello dei Cornaro nella parete sud e quello dei Riario nella parete est. Sul lato lungo a ovest un Caminetto classico cinquecentesco sormontato da un grosso stemma del card. Riario, dipinto sulla cappa. Lo stemma è affiancato a sinistra da quello di Bagnaia e a destra da quello dei Gallo. Le travi nel perimetro del soffitto sono decorate da candelabre e grottesche. Tutto il soffitto era decorato con le insegne alternate della famiglia Riario e della famiglia Gallo. Nella stanza comunicante, in alto sulle pareti, un fregio con fila di angioletti che onorano uno stemma vescovile dal leone rampante che si presume fosse del vescovo Bartolomeo Piperi che spesso soggiornò a Bagnaia e dove morì il 17 giugno 1559.
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