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La storia del palazzo Tondi Moltoni va di pari alla stessa famiglia Tondi, attestata in Bagnaia attraverso i documenti sin dal XV secolo. Per tutto il XV e il XVI secolo la famiglia ricoprì un ruolo importante nel contesto sociale non solo localmente ma in tutta la provincia.
Info: Associazione Amici di Bagnaia “Arte e Storia ” Tel. 3384613485
PALAZZO TONDI MOLTONI
LA STORIA
La storia del palazzo Tondi va di pari alla stessa famiglia Tondi, attestata in Bagnaia attraverso i documenti sin dal XV secolo. Esponenti della famiglia Tondi o Dintendi di Bagnaia ricoprirono fra i pontificati di Niccolò V e Sisto IV, durante il corso del XV secolo, diverse cariche di prestigio presso il Comune di Viterbo quale Priori e Consiglieri. Per tutto il XV e il XVI secolo la famiglia ricoprì un ruolo importante nel contesto sociale non solo localmente ma in tutta la provincia. Nel 1518 la nobile famiglia dei Tondi, originaria di Bagnaia, era rappresentata con i Governatori di Sutri. Nel 1565, il notaio Domenico Tondi è cancelliere della Confraternita dei Disciplinati di Bagnaia, che tra l’altro avevano sede nella stessa contrada Santo Stefano nell’omonima chiesa, con la sezione distaccata femminile. Non a caso il loro stemma araldico compare in un affresco realizzato per questa chiesa ora staccato e conservato presso la sede centrale della Cassa di Risparmio di Viterbo. La rappresentazione iconografica delle Prove di Giobbe introdurebbe la scena come “ex voto” offerto dalla famiglia Tondi dopo un periodo di stenti e di carestia, individuabile dopo la pestilenza che colpì Bagnaia negli anni ’70 del Quattrocento. Questa presenza della famiglia è testimoniata attraverso il loro stemma araldico: una colomba volta verso destra, quando dipinta è bianca su campo blu, con esergo verde. A Bagnaia sono diverse le presenze del loro stemma (sull’architrave del portale in via Gianbologna, in piazza Milioni e soprattutto sull’architrave del portale del palazzo Tondi-Moltoni. Di fatto nel XVIII secolo il patronimico del palazzo in via Malatesta ha visto aggiungere ai TONDI l’altra famiglia nobile dei Moltoni, connubbio passato sotto ai riflettori religiosi attraverso la Beata Suor Maria Colomba, che altri non era Maria Cristina, figlia di Tommaso Tondi e Caterina di Andrea Moltoni, morta nel 1731 in concetto di santità.
Le reliquie della Beata Colomba si conservano nella chiesa di San Giovanni Battista tra la prima e la seconda cappella di sinistra.
DESCRIZIONE
Il palazzo collocato in Via Malatesta 20, ancora conserva inalterate le sue linee tipicamente medievali. Il bugnato del portale, pertinente probabilmente al periodo di massimo rilievo sociale della famiglia – XV – XVI secolo, ancora conserva nella volta di chiave lo stemma di Famiglia. Due alti gradini ci immettono alla galleria d’accesso al Palazzo. La struttura presenta piani sovrapposti. Purtroppo il tempo ha visto alterare completamente gli interni che smembrati in molteplici abitazioni, non conservano alcun brano pittorico riconducibile al passato. Ad oggi, uno egli appartamenti dell’edificio è ancora di proprietà della famiglia Moltoni.
Una galleria ci introduce dal portale ad una piccola corte interna dove parte una rampa di scale che conduce ai piani superiori. Prima di accedere alla rampa di scale, alla fine della galleria sulla destra, è ancora in situ una piccola porta con l’epigrafe sulla trabeazione con la scritta in capitali STALLA. Purtroppo seppur abitato la struttura non è in buono stato di conservazione. Di particolare interesse la copertura del tetto originale ben visibile dalla tromba delle rampe di scale. Passando da Via Malatesta si arriva al retro del palazzo, qui ancora rimane superstite il cortile interno, testimonianza del periodo rinascimentale.
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